Dott.Daniele Gasparini
Medico chirurgo
Specialista in Radiologia - Radiologia interventistica
ATTIVITA' AMBULATORIALE
OSSIGENO - OZONOTERAPIA (sistemica, insufflazione, infiltrazione, ...)
INFILTRAZIONI ARTICOLARI (O2-O3, ac. Ialuronico, PRP, corticosteroidi)
INFILTRAZIONI MIO-TENDINEE (O2-O3, PRP, corticosteroidi)
INFILTRAZIONI VERTEBRALI (ernie discali, infiammazione mio-legamentosa, ecc.)
TECAR - VEICOLAZIONE TRANSDERMICA (fitofarmaci, O2/O3, PRP)
OZO-TECAR ( infiltrazione di O2-O3 dopo TECAR )
PRP
SUPPLEMENTAZIONE BIOLOGICA SISTEMICA ev
CONSULTI RADIOLOGIA INTERVENTISTICA
Formazione professionale:
Laureato (110/110) in medicina e chirurgia presso la Università di Padova nel 1974 e abilitato all'esercizio della professione presso l'Università di Padova nel 1975. Iscritto presso OMCEO-PN n.414. Specializzato in Radiologia (70/70 e lode) presso la Università di Trieste nel 1978. Attivo presso l'Ospedale universitario di Trieste sino al 1983 e quindi nell'Ospedale universitario di Udine sino al ritiro per raggiunti limiti di età nel 2014. Ho ricoperto numerosi incarichi professionali sia in ambito diagnostico sia soprattutto in quello della radiologia interventistica cioè terapeutica. Dal 2003 primario della Radiologia diagnostica e interventistica. Ho operato sin dagli esordi nel 1977 nel campo della terapia percutanea mini-invasiva, contribuendo in modo pionieristico e fattuale allo sviluppo e alla progressiva affermazione di queste tecniche. Sono autore/co-autore di oltre 150 pubblicazioni e testi specializzati e ho partecipato attivamente e diretto convegni nazionali e internazionali anche a carattere inter-specialistico (cardiologia interventistica, cardiochirurgia, diabetologia, angiologia, chirurgia vascolare, oncologia, radiologia, gastroenterologia, urologia, ginecologia, ORTOPEDIA, ecc.).
La Radiologia Interventistica nasce negli anni '60-70 conseguente allo sviluppo delle procedure di Radiologia diagnostica angiografica, caratterizzate dell'inserimento nei vasi* (principalmente per puntura dell'arteria femorale all'inguine) di sottili tubi di plastica (cateteri) con cui iniettare delle sostanze (mezzo di contrasto) visibili coi raggi X. La possibilità controllare accuratamente mediante le immagini la esecuzione delle procedure ha progressivamente esteso dalla diagnostica alla terapia l'uso di queste tecniche percutanee. Col tempo queste tecniche si sono sviluppate e ampliate dalla patologia vascolare (arteriosclerosi, aneurismi, emorragie, ecc.) a quella oncologica, vertebrale e osteo-articolare, cerebrale e tanto ancora, sospinte anche da una tumultuosa evoluzione tecnologica. Si tratta quindi di procedure mininvasive che evitano i tagli chirurgici e operano tramite punture con aghi, cateteri o sonde di piccolo calibro, in anestesia locale, eseguibili anche ambulatoriamente, in grado di ridurre i tempi di recupero. Grazie a questi mezzi è possibile portare sostanze famacologicamente attive nelle sedi malate ovvero eseguire azioni mirate di tipo chirurgico. La efficacia terapeutica e la significativa riduzione dell'invasività hanno indotto una estesa progressiva espansione di queste tecniche, sostituendo efficacemente procedure tradizionali biologicamente assai più gravose.
L'efficacia terapeutica viene implementata dalla integrazione tra le interazioni biologiche indotte dalle tecniche strumentali (TECAR) e un'ampia selezione di molecole bioattive, applicate per via topica/infiltrativa e sistemica endovenosa.
OSSIGENO-OZONOTERAPIA
AZIONI DELL'OZONO
> ANTINFIAMMATORIA e ANTIDOLORIFICA.
> DEFATIGANTE e DECONTRATTURANTE dei muscoli (miglioramento della efficienza energetica e riduzione del dolore e dei crampi grazie alle citochine).
> DRENANTE e ANTIEDEMIGENA: riduce il contenuto di acqua dei tessuti, ad esempio disidrata il volume delle ernie discali, riduce l'edema e il senso di peso delle gambe, favorisce il drenaggio linfatico, ecc.
> ACCELERANTE DEI PROCESSI RIPARATIVI, favorendo lo abbattimento della carica batterica nelle forme infette e i processi di cicatrizzazione migliorando il drenaggio endogeno.
> NEUROTROFICA: migliora la efficienza del sistema nervoso e concorre con la terapia tradizionale, potenzialmente riducendo le dosi dei farmaci, ad attenuare varie sindromi dolorose, debilitanti e invalidanti.
> BIODINAMICA e MODULANTE: grazie al miglioramento della efficienza ossigenativa/antiossidante e all'azione delle cascate biochimiche indotte, riduce gli squilibri endogeni e le manifestazioni sfavorevoli del sistema immunitario, smorzando l'autoaggressività e inducendo uno stato di ben-essere.
APPLICAZIONI CLINICHE
- STATI DI ASTENIA e SPOSSATEZZA: (O3 SISTEMICO)
- SINDROME DA STANCHEZZA CRONICA
- STRESS PSICOFISICO E FISICO (es. sovrallenamento, carico di lavoro eccessivo, sensazione di spossatezza, ecc.)
- SPOSSATEZZA PERI-NEOPLASTICA e POST-RADIOTERAPICA
- SENESCENZA
- APPARATO MUSCOLO-SCHELETRICO (O3 SISTEMICO e infiltrazione locale)
- DOLORE CERVICO-DORSO-LOMBOSACRALE: ernie discali, discopatie, canale ristretto, sindrome piriforme, infiammazione di legamenti, tendini e muscoli (mio-entesiti).
- SINDROME DEL PIRIFORME
- DOLORE ARTICOLARE (ginocchio o gonartrosi, anca o coxartrosi, versamenti sinoviali, condropatie, spalla ovvero periartrite e lesioni della cuffia, versamenti sinoviali, artrite reumatoide, rizartrosi, ecc.).
- CONTRATTURE e stiramenti muscolari.
- APPARATO NERVOSO (O3 SISTEMICOe infiltrazione locale)
- Esiti dello ictus cerebrale (coadiuvante)
- Demenza senile iniziale, Morbo di Parkinson e Alzheimer, sclerosi multipla e laterale amiotrofica.
- Nevriti e sindromi dolorose dei nervi cranici (es. nevralgia del trigemino, facciale ecc.).
- Cefalee vasomotorie e a grappolo.
- Forme iniziali di demenza senile e Alzheimer
- APPARATO VASCOLARE (arterie/vene) (O3 SISTEMICO, infiltrazione, bagging/sacchetto-olio )
- ischemia critica degli arti NON complicata (dolore)
- ulcere di gambe e piedi (es. piede diabetico), delle mani (es. dializzati)
- insufficienza venosa (varici, piaghe da decubito e post-flebitiche)
- teleangectasie
- edemi declivi con pesantezza delle gambe
- linfedemi
- ALLERGIE e INTOLLERANZE (O3 SISTEMICO e insufflazione locale)
- alimentari ed ambientali
- riniti e rino-sinusiti (da fieno, ecc.).
- APPARATO DIGERENTE (O3 SISTEMICO acqua ozonizzata, insufflazione rettale
- Gastrite ed Helicobacter pilori
- colite ulcerosa e morbo di Chron
- APPARATO VISIVO (O3 SISTEMICO)
- Arteriopatia e maculopatia retinica secca
- sindrome dell'occhio secco
- APPARATO URO-GENITALE (O3 SISTEMICO, insufflazione)
- uretrite e prostatite
- cistite interstiziale, disturbi della minzione
- impotenza vascolare
- induratio penis plastica
- vaginiti (es. candidosi)
- DERMATOLOGIA (O3 SISTEMICO e infiltrazione)
- herpes zoster e simplex
- psoriasi
- acne e foruncolosi, micosi
- allergie cutanee
- sclerodermia
- LES (lupus eritematoso sistemico)
- Cicatrici suppurate-secernenti, ipotrofia e iperemia, edemi declivi, specie dopo fratture
- REUMATOLOGIA (O3 SISTEMICO e infiltrazione)
- Artrite reumatoide
- Degenerazione artritica / artrosica dolorosa
- Reumatismi articolari
Il radiologo interventista è uno specialista che esegue trattamenti terapeutici mininvasivi sia con l'ausilio delle tecniche di "imaging" cioè quelle che producono immagini dell'anatomia del corpo (fluoroscopia, ecografia, RMN, ecc.) sia basandosi solamente sui reperti anatomici. Il radiologo interventista è quindi una evoluzione di una specializzazione, la Radiologia, considerata esclusivamente diagnostica. Il ventaglio degli interventi è assai ampio, spaziando dall'apparato vascolare (steno-ostruzioni, aneurismi, insufficienza venosa, ecc.) a molti altri apparati (es. osteoarticolare) e organi (es. fegato/eliminazione di tumori epatici). Queste tecniche utilizzano aghi, sonde e cateteri senza la necessità di incisioni chirurgiche significative, son dette infatti percutanee e mininvasive. Un tanto per spiegare come uno specialista diagnostico abbia sviluppato le abilità e la capacità tecnica anche nel campo terapeutico.
L' OZONO (O3) è un gas formato da 3 atomi di ossigeno (O2) ed è piuttosto instabile, ritornando spontaneamente ossigeno in 30'- 60'. Odora di aglio.
- Può essere prodotto con attrezzature specializzate.
- La produzione artificiale ha anche il privilegio di permettere il controllo accurato della concentrazione dell'OZONO nella miscela con l'ossigeno (espressa in mcg O3/ml O2), consentendo di determinarne la dose e quindi le applicazioni mediche.
Il PROCESSO OSSIDATIVO
(avviene nei mitocondri intracellulari con il ciclo di Krebs) produce dei residui (Reactive Oxygen Species: ROS) che danneggiano le cellule, accelerando i processi degenerativi favorendo l'invecchiamento. Gli esseri viventi sono dotati di un sistema di difesa antiossidante in grado di neutralizzare i ROS e di riparare pur parzialmente il DNA, quindi di rallentare il decadimento cellulare.- La prima linea di difesa è extracellulare: grazie agli antiossidanti idro-liposolubili NON-enzimatici/scanverger (es. acido urico e alfa-lipoico, vitamine A, C, E, bioflavonoidi, licopene, glucosio, cisteina, proteine chelanti plasmatche, ecc.).
- apporto di 100-200 mcg/die di Selenio), ecc.
In condizioni fisiologiche ideali il mantenimento dell'equilibrio tra induzione e neutralizzazione dei ROS è in grado di eliminare le eccedenze degli ossidi, frenando i processi degenerativi, rallentando quindi l'invecchiamento. Tuttavia spesso si verificano temporanei:
- ECCESSI di ROS (per malattie, stress psicofisico, ecc.)
- DEFICIT DEL SISTEMA ANTIOSSIDANTE (per carenze nutrizionali, squilibri metabolici, ecc.), con ACCELERAZIONE DEI DANNI OSSIDATIVI
Seppur ridondante, il sistema antiossidante NON è in grado di prevalere costantemente su tutti gli eccessi ossidativi e non può evitare tutti i danni cellulari. Quindi il sistema antiossidante può solo rallentare la progressione dello invecchiamento:
- la capacità anti-ossidativa varia grandemente tra i singoli individui.
- Nelle carenze croniche (es. nelle forme di progeria e nella sindrome di Werner) l'invecchiamento è rapido e precoce.
PRINCIPALI ANTIOSSIDANTI /100ml di sangue
- acido ascorbico ~ 1,5mg
- acido urico ~ 4,5mg
- glucosio ~ 80mg
- albumina ~ 2,7 gr
- bilirubina ~ 0,8mg
- cisteina, GSH, ecc. ~~
- Uno STRESS OSSIDATIVO che non sia soverchiante sulle difese antiossidanti (COME QUELLO GENERATO DALL'APPLICAZIONE DELL'OZONO) NON riesce a danneggiare le cellule ma attiva soprattutto geni silenti o poco espressi in condizioni basali, stimolando la produzione di peculiari neo-proteine: Oxidative Shock Proteins (OSP) (V.Bocci et all., 2004 ed. Ambrosiana).
- Le OSP indotte dal breve stress ossidativo dell'OZONO, AUMENTANO LA CAPACITÀ DI DIFESA / RIPARAZIONE e quindi la sopravvivenza cellulare per un congruo lasso di tempo (in dipendenza della emivita e/o del consumo di queste molecole):
SE APPLICATO NEI LIMITI TERAPEUTICI, NOTI E PREDEFINITI*: 10-80 mcg/ml.
Dati accertati sperimentalmente (V.Bocci et all., 2004 ed. Ambrosiana) hanno documentato la capacità del sangue di ripristinare velocemente i livelli degli antiossidanti.
- Dopo la rapida (~1 minuto) riduzione indotta dall'OZONO, il TAS (Total Antioxydant Status) rientra nella norma entro 20'.
- Soprattutto per l'azione di: acido urico, ascorbato e albumina.
- DOSE (concentrazione e quantità O3/O2, espresso in mcg/ml) predeterminata con precisione, definita (è stata delimitata sperimentalmente) e applicata con la massima cura.
- TEMPO DI ESPOSIZIONE del sangue all'ozono di breve durata (miscelazione per 3-5').
- NUMERO e REGOLARITÀdella sequenza delle esposizioni (10-15 e 1-3/settimana. Richiami a 1-3 mesi)
La esposizione del sangue, in ambiente chiuso, a dosi note e controllabili di OZONO, induce uno stress ossidativo controllato e di brevissima durata, privo di effetti dannosi o tossici. La Grande Auto Emo Terapia (GAET) è la tecnica sviluppata per ottenere questo risultato:
- PRELIEVO da una vena del braccio di 100-250ml di sangue, raccolti in una bottiglia/sacca sterile e sotto vuoto.
- ESPOSIZIONE del sangue raccolto nella bottiglia a predeterminate dose (1:1) e concentrazione (30-70 mcg/ml) di O3/O2.
- INFUSIONE tramite la cannula usata per il prelievo.
Per ottenere una risposta di livello clinico, la GAET deve essere ripetuta più volte in modo da mantenere la induzione a produrre un numero adeguato di informazioni a livello sia molecolare sia nucleare: le modifiche ematochimiche si manifestano e sono percepibili solo dopo 8-10 applicazioni. L'importanza della regolare ripetizione delle stimolazioni viene meglio compresa tenendo conto che i mediatori che portano e trasferiscono le informazioni sono i LOP (Lipid Oxidation Products), molecole la cui produzione è indotta e accresciuta progressivamente dalle modifiche biochimiche indotte dall'OZONO.
Un ciclo di induzioni ossidative con dosi inoffensive e controllate di ozono (GAET), induce un efficace adattamento ambientale e un aumento della resistenza delle cellule agli insulti ossidativi. Addirittura è ipotizzabile la capacità dell'ozono di invertire situazioni di stress ossidativo cronico con sbilanciamento tra ROS prodotti/neutralizzati e a cui non vi è più reazione, come ad esempio la colite ulcerosa e alcune malattie neurodegenerative.
Per ottimizzare questo obbiettivo è opportuno associare una alimentazione sana ed equilibrata, ma anche una supplementazione di aminoacidi, enzimi e co-enzimi che possono andare incontro a carenze temporanee. Utile quindi l'associazione ciclica (iniezione in fleboclisi separata e per via orale) di:
- GLUTATIONE (GSH)
- VITAMINE: C & gruppo B
- COENZIMA COMPOSITUM (catalizzatore del ciclo dell'acido citrico)
- FOSFOLIPIDI IPOTALAMICI (neurotrofico)
- altro secondo necessità
Infine, pur essendo constatazione ovvia, essenziale è associare un corretto "stile di vita": un giusto equilibrio tra qualità/tipo di alimentazione, attività fisica regolare e attenzione alla propria condizione psicosomatica.
AZIONE DELLO STRESS OSSIDATIVO SUI GLOBULI ROSSI E SUL MIDOLLO:
durante i processi di proliferazione e differenziazione midollare si modificano la composizione fosfolipidica, il rapporto fosfolipidi/colesterolo, la sintesi delle glicoproteine di membrana e la loro disposizione spaziale. Ne consegue la produzione di globuli rossi modificati (super-dotati):
- migliore capacità di trasportare (e cedere) l'ossigeno,
- incremento dello ATP (AdenosinTriFosfato: la fonte della energia fruibile dall'organismo) eritrocitario, con conseguente aumento della carica energetica (CE) dell'organismo.
Questi effetti sono utili in varie forme di ASTENIA e SPOSSATEZZA:SINDROME DA STANCHEZZA CRONICA
L'aumento dello ATP e del trasporto di ossigeno che si verifica nei globuli rossi e l'aumento del monossido di azoto sistemico, indotti dall'OZONO, concorrono anche a indurre vasodilatazione dei capillari con incremento del flusso e della ossigenazione tissutale, fenomeno che favorisce il miglioramento del quadro clinico e la guarigione nelle:
- VASCULOPATIE OSTRUTTIVE E ISCHEMIA PERIFERICA (cluadicatio, ischemia critica e piede diabetico...),
- ISCHEMIA CRITICA anche complicata da ULCERE e NECROSI CUTANEE,
- CONDIZIONI ISCHEMICHE / LORO ESITI (esiti infarto cardiaco, ictus cerebrale..)
- ULCERE e NECROSI CUTANEE di varia natura, anche post flebotrombotica
AZIONE DELLO STRESS OSSIDATIVO SUI GLOBULI BIANCHI E SUL MIDOLLO
I linfociti e i monociti, una volta attivati dall'ozono e re-infusi, migrano nei vari comparti ove rilasciano vari tipi di CITOCHINE, tra cui quelle ad azione anti-infiammatoria. Le CITOCHINE, attivando le cellule residenti a riposo, inducono un processo fisiologico che eccita la capacità di risposta del sistema immunitario, posto in una condizione di VIGILE ATTESA RISPETTO LO ABITUALE STATO DI LATENZA E INATTIVITÀ.
Le citochine agiscono anche rimodulando il sistema immunitario, SMORZANDO SIA L'AGGRESSIVITÀ AUTOIMMUNE SIA L'IMMUNODEPRESSIONE. Al contrario, dosi eccessive di ozono inducono la produzione di citochine ed eicosanoidi pro-infiammatori (es. possibile causa dei danni respiratori da frequenti esposizioni a eccessi di ozono ambientale).
Agisce quindi sui PROCESSI IMMUNITARI contribuendo a:
- rimodularne l'aggressività (smorza le sindromi autoimmuni, es. artrite reumatoide),
- riattivarne l'azione nei pazienti defedati, riducendo quindi il dolore e la progressione degenerativa, stimolando i processi riparativi e di difesa.
(parti molli, tendini e legamenti, cavità articolari / urinarie / gastro-enteriche, ecc.)
Agiscono inducendo una potente AZIONE ANTI-INFIAMMATORIA. Lo stato infiammatorio localizzato ha moltissime cause e può regredire e guarire in molti casi anche autonomamente. Ma molte tecniche (ago-puntura, presso-puntura, infiltrazioni con cortisone, fisioterapia, ecc.) sono state sviluppate per ridurre il dolore e accelerare i processi di guarigione: la infiltrazione di ossigeno-ozono è una di queste, aumentando in modo naturale e minimamente invasivo l'efficacia terapeutica in molte condizioni acute e invalidanti. Inoltre queste situazioni, specie se non trattate per tempo, invece di regredire possono evolvere e cronicizzarsi. Una condizione dove lo stato infiammatorio e il dolore sono perpetuati dalla continua produzione di cellule infiammatorie, citochine ed enzimi pro-infiammatori, rimanendo attivo per lungo tempo o per sempre.
Le infiltrazioni locali di ossigeno-ozono inducono una intensa ma breve stimolazione. La ondata di ROS indotta localmente dall'OZONO (10-20 µgr/ml) è, seppur temporaneamente:
- tossica e kesiva per le cellule infiammatorie che vanno incontro ad apoptosi.
- inattiva citochine ed enzimi pro-infiammatori.
- Induce la produzione di citochine/prostaglandine anti-infiammatorie.
La correzione della condizione infiammatoria, seppur temporanea, induce la riattivazione dei processi riparativi endogeni riavviando il progressivo ritorno alla normalità. Il meccanismo di azione dell'OSSIGENO-OZONO TERAPIA rende necessaria la ripetizione della procedura, il cui numero dipende strettamente dal tempo di insorgenza, dalla gravità del processo patologico e dal livello dei fenomeni degenerativi. Nelle forme presenti da tempo o cronicizzate saranno quindi numerose (8-14).
AZIONE ANTISETTICA
Infine l'OZONO è un POTENTE ANTISETTICO, in grado di abbattere EFFICACEMENTE la carica batterica e virale per via sia sistemica (GAET) sia locale (sacchetto, olio ozonizzato, H2O.
EFFETTI INDESIDERATI dell'OSSIGENO-OZONO
La somministrazione in genere è bene tollerata. Il paziente può avvertire<:
- sensazione di GONFIORE-TUMESCENZA /PESANTEZZA nel punto di iniezione.
- DOLORE, talora anche intenso o urente (forte bruciore). Il dolore abitualmente è di breve durata e a risoluzione spontanea e progressiva nell'arco di circa un'ora. Talora può essere opportuno associare una blanda anestesia locale (es. lidocaina 1-2%) e/o antinfiammatori/antalgici sistemici.
Perlopiù dovute all' AGO. Poco frequenti e imprevedibili ma abitualmente di spontanea risoluzione, raramente hanno necessità di trattamento specifico.
> SOFFUSIONE EMORRAGICA -
EMATOMA> ARTRITE BATTERICA nel caso di punture articolari.
> INFEZIONE - ASCESSO PATI MOLLI
La ossigeno-ozonoterapia è una procedura naturale (utilizza l'ossigeno), priva di tossicità e di effetti indesiderati se utilizzata in modo appropriato e sotto controllo medico, in grado di migliorare la qualità della vita. Questo trattamento può essere complementare ovvero alternativo ai trattamenti tradizionali in diverse condizioni morbose, con elevata capacità terapeutica e/o curativa, in grado di evitare ovvero affiancare i farmaci tradizionali, riducendone le dosi.
La potenza e la qualità delle risposte midollari della O2-O3 SISTEMICA dipendono da:
> CONCENTRAZIONE della miscela di ozono/ossigeno (30-7 mcg/ML)
> NUMERO (da un minimo di 10 - 15);
> MANTENIMENTO TEMPORALE richiamo al massimo a 2-3mesi.
Il tipo di trattamento dipende dalla patologia e dagli obbiettivi clinici, quindi deve essere personalizzato.
> Il mantenimento della condizione clinica ottenuta dipende dalla attivazione midollare e dalla emivita dei componenti del sangue modificati (3-4 mesi).
>
Il ciclo di infiltrazioni dipende da
- Fase del processo (acuto, cronico,..)
- Sede
- Associazione con altri farmaci (acido ialuronico, corticosteroidi, ecc.) o PRP
Pur avendosi ampio consenso sulla capacità di modificare il quadro clinico di varie condizioni morbose, riducendo o guarendo i sintomi e migliorando la qualità di vita in buona parte dei casi, l'uso terapeutico dell'OZONO tuttora provoca diffuso e controverso dibattito nel mondo medico.
Questa situazione consegue alla diffidenza che accompagna i trattamenti poco conosciuti e diffusi e che non rientrano nella medicina "ufficiale", pur essendo la OSSIGENO-OZONOTERAPIA usata con soddisfazione in moltissimi centri ospedalieri. Ha infatti ampia utilizzazione nel il trattamento del dolore muscolo-tendineo (contratture, crampi, tendiniti, sindrome del piriforme, inserzioni dei muscoli glutei sul sacro, pubalgie, ecc.), del dolore della colonna vertebrale (ernie, artrosi, ecc.) e del dolore articolare (ginocchio, anca, spalla, gomito ecc.), coadiuvando o subentrando ai metodi tradizionali.
Rispetto le infiltrazioni tradizionali (antinfiammatori, cortisone, ecc.) questo trattamento alternativo è caratterizzato da una ben più bassa incidenza di effetti collaterali negativi, sia per l'assenza di tossicità del gas alle dosi terapeutiche sia per le assai poco frequenti e minime complicazioni.
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TECAR
(Trasferimento Energetico Capacitivo Resistivo)
PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO
La TECAR agisce grazie agli ioni liberi (atomi con carica positiva + o negativa -) presenti in grandi quantità nel corpo.
Applicando dell'energia elettrica a due elettrodi (placchette con superfice metallica), a uno la carica positiva (+) e all'altro quella negativa (-), immersi in una vasca piena di acqua in cui sia stato disciolto del sale (cloruro di sodio: NaCl) con conseguente formazione di ioni liberi (Na+ e Cl-), si induce un campo elettrico con una differenza di potenziale. Questa differenza di potenziale tra il polo (+) e quello (-) provoca la migrazione degli ioni liberi: il sodio (Na+) verso il polo/elettrodo con carica opposta (-), detto CATODO,e gli ioni di cloro (Cl-) verso il polo/elettrodo (+), detto ANODO, dando luogo a una corrente elettrolitica. Se si inverte la polarità della tensione applicata agli elettrodi, le cariche si muoveranno in senso opposto.
Se applichiamo sulla pelle due elettrodi (es. schiena e addome), uno fisso (piastra di ritorno) e l'altro mobilizzabile (manipolo) e vi facciamo passare una corrente elettrica (a bassissima intensità, inavvertibile e non lesiva), gli ioni liberi negativi/positivi (Na+, Cl-, K+, ecc.) presenti in grande quantità nei tessuti biologici, ricchi di acqua e sali, si metteranno in movimento verso gli elettrodi di carica opposta inducendo una corrente elettrica ionica. Invertendo la carica degli elettrodi si provocherà una inversione della polarità del campo elettrico e conseguentemente della direzione del movimento degli ioni, inducendo una corrente elettrica alternata ionica. Il numero delle inversioni del campo elettrico per secondo viene detta frequenza, la sua unità di misura è lo Hertz.
L'attrezzatura TECAR utilizza una frequenza di circa 480 MHz, cioè la polarità viene variata da positivo a negativo e viceversa 480.000 volte al secondo. Inoltre consente di variare la potenza dell'energia erogabile agli elettrodi, rispettando i limiti della compatibilità biologica.
Il campo magneticoprodotto dalla TECAR è estremamente ridotto. La TECARsi fonda unicamente sul fenomeno della polarizzazione dei tessuti biologiciprodotta dal campo elettrico che si viene a creare tra gli elettrodi, mentre la forza del campo magnetico è troppo bassa per poter essere biologicamente rilevante.
L'AZIONE DELLA TECAR È QUINDI È DEL TUTTO NATURALE NON EMETTENDO ENERGIE RADIANTI E/O CAMPI ELETTRO-MAGNETICI.
Tra gli effetti di questo rapidissimo movimento (avanti e indietro) degli ioni liberi, vi è la produzione di calore (effetto Joule). Questo quindi avviene nell'interno dei tessuti e non per proiezione/irraggiamento. In base alle variazioni della resistenza elettrica dei diversi tessuti, potremmo paradossalmente trovarci anche con temperature elevate più in profondità che in superficie. Il calore può diventare particolarmente intenso, finanche a generare dei picchi nei punti di passaggio tra tessuti contigui con resistenza elettrica assai diversa (es. osso-fibrosi/muscolo). Poiché lo aumento termico avviene in profondità (calore endogeno), non è percepibile (solo la pelle ha la innervazione sensitiva adeguata) e quindi eventuali eccessi (>42°C) possono passare inosservati.
Questa ipertermia endogena (>42°C), specie se mantenuta a lungo, può provocare danni. Innanzitutto può deteriorare progressivamente le proteine (collagene, ecc.)provocando lesioni profonde spesso non evidenti. Inoltre incrementa lo stato infiammatorio e la fibrosi: il meccanismo fibrogenico dell'infiammazione consegue alla produzione di TGF-B1 (Trasforming Growth Factor Beta-1), che stimola la moltiplicazione dei fibroblasti pro-fibrotici che a loro volta producono collagene di tipo I, causa della fibrosi.
Il calore indotto è un effetto secondario che, oltre a non avere una significativa azione terapeutica, può avere una azione pro-infiammatoria o addirittura lesiva (>42°C).
L' INFIAMMAZIONE ENDOGENA SPONTANEA O INDOTTA, INDUCE INVARIABILMENTE UNA RIPARAZIONE FIBROTIZZANTE!
Tuttavia le attrezzature TECAR (Winform) di ultima generazione sono dotate di sistemi di controllo della temperatura endogena media e sono in grado di modificare automaticamente la erogazione della energia impostata, allungando il tempo di applicazione ma evitando i danni termici (brevetto SIVSEA-Winform). L'attrezzatura TECAR eroga solo la quantità di energia che il corpo umano può assorbire grazie ad un ADATTATORE DI IMPEDENZA:
lettura bio-impedenziometrica automatica e adattativa (Q = 0,239 Z x I² x cosφ x t)
- Q è la quantità di calore in calorie
- 0,239 è l'equivalente termico di Joule
- Z è l'impedenzain ohm
- I è la corrente efficace in Ampère
- Cosφ è il fattore di potenza: dipende dallo sfasamento φ esistente tra tensione e corrente (geometrie piastra manipolo)
- t è il tempoin secondi
I sistemi di controllo (SIVSEA ed SCE, brevetti Winform) consentono di utilizzare la TECAR in totale sicurezza nelle varie modalità:
BASSA INTERAZIONE TISSUTALE (SIVSEA 10-30%)
- Aumento sia del flusso salino sia della velocità del microcircolo.
- Effetti macroscopici: correnti sulle superfici ossee
- Effetti microscopici: variazione del potenziale di membrana e modificazione della conformazione cellulare e molecolare
MEDIA INTERAZIONE TISSUTALE (SIVSEA 30-50%)
- effetto biostimolante
- incremento della temperatura endogena (aumento del moto browniano)
- effetto termico in stretta relazione con le correnti di spostamento che si concentrano nelle aree di applicazione, risulta direttamente proporzionale alla loro intensità̀ [non è mai dannoso, come invece avviene per i sistemi radianti tradizionali]
ALTA INTERAZIONE TISSUTALE (SIVSEA superiore a 50%)
- effetto endotermico con notevole aumento del flusso emolinfatico
- stimolazione e ossigenazione
- rimozione dei cataboliti tossici
- accelerazione dei tempi di riparazione e ripristino morfo-funzionale
Gli effetti della TECAR sono soddisfacenti nel 45% alla fine del ciclo di trattamento. Ma questa percentuale di miglioramento sostanziale o guarigione aumenta progressivamente sino ad arrivare a circa lo 80% dopo1 mese.
AZIONE DELLA TECAR SULL AMATRICE EXTRA-CELLULARE (MEC) O TESSUTO CONNETTIVO
La matrice extra-cellulare rappresenta lo spazio libero fra le cellule ed è costituita dal liquido lacunare e dalle fibre (fasci connettivali collageni e rete di elastina). Possiede flessibilità ed elasticità con la capacità di modificare enormemente estensione e resistenza, correlata alle variazioni dei suoi costituenti:
- glicosaminoglicani (GAGs) e proteoglicani (PGs), complessi proteico-polisaccaridici con la capacità di legare/liberare enormi quantità di acqua (Fig.4), quindi di poter variare la consistenza, da duro/elastica (GEL) a semiliquida (SOL).
- Collagene, sotto forma di fibre elastiche.
- Fibronectina e laminina. Oltre a varie proteine specializzate.
- Acqua
La TECAR, muovendo molto velocemente le cariche ioniche (moto browniano), libera progressivamente le molecole dell'acqua legate ai glicosaminoglicani(GAGs) e soprattutto ai proteoglicani(PGs), rendendole disponibili in grande quantità (Fig.5), quindi facendo virare la matrice extracellulare dalla condizione semisolida diGEL (come ad es. nellainfiammazione cronicizzata) a quella semiliquida diSOL, fluidificandola ma senza incremento significativo della temperatura.
I proteoglicani sono formati da catene macromolecolari composte da un gruppo centrale proteico da cui si dipartono tantissime braccia carbossiliche con segno elettrico negativo. La carica negativa le rende idrofile cioè legano l'acqua. Li potremmo paragonare alle spazzole di un autolavaggio, in grado di accumulare una enorme quantità di acqua da ferme ma una volta in moto le molecole dell'acqua si liberano scorrendo e lavando.
Grazie al grande incremento di acqua libera disponibile, tutti i fenomeni di osmosi sono facilitati, potenziando l'assorbimento delle molecole veicolate per via trans-dermica (es. fito-farmaci) e l'azione dell'OZONO.
AZIONE DELLA TECAR SULLE CELLULE
Lo effetto della TECARsugli ioni liberi si estrinseca non solo nella matrice extracellulare ma anche a livello intracellulare. Il movimento delle cariche elettrolitiche elementari, come ad esempio il sodio e il potassio che sono alla base dell'attività metabolica cellulare, induce aumento delle trasformazioni energetiche cellulari (produzione di ATP) e quindi del consumo di ossigeno (O2), cioè aumenta il metabolismo locale.
L'incremento del consumo di ossigeno induce una forte espansione del microcircolo,sia artero-venoso sia soprattuttolinfatico,ma senza dilatazione dei grandi vasi. Ne conseguono una POTENTE AZIONE DI DRENAGGIO LOCALE.
La disponibilità di grandi quantità di acqua libera e la fluidificazione della matrice extracellulare sincroni all'espansione del microcircolo, danno luogo ad una situazione virtuosa che rafforza ed espande enormemente la efficienza del drenaggio locale. Si avranno quindidiminuzione dell'edema/tumefazione e/o ematoma e del dolore (effetto sedativo-antalgico) e una accelerazione dei processi di riassorbimento con apporto di molecole nutritive e quindi risoluzione del processo patologico.
In conclusione, la TECAR non agisce esclusivamente per vasodilatazione indotta dal calore, ma a livello:
- MATRICE EXTRA-CELLULARE: viraggio dello stato gel a quello sol, con liberazione di molta acqua, condizione che facilita e riattiva la veicolazione dei fattori nutrizionali e dei cataboliti tossici.
- INTRA-CELLULARE: aumento del metabolismo e del consumo O2, con conseguente iper-attivazione del microcircolo che consente di aumentare moltissimo sia lo apporto dei fattori nutrizionali sia la estrazione dei cataboliti tossici.
CON EFFETTI ANTINFIAMMATORI = DRENANTI-DETOX = NUTRIZIONALI
Gli effetti della TECAR sono soddisfacenti nel 45% dei casi alla fine del ciclo di trattamento. Ma questa percentuale di miglioramento o guarigione aumenta progressivamente, sino ad arrivare a circa lo 80% dopo1 mese.
VEICOLAZIONE TRANS-DERMICA TECAR
Il termine veicolazione trans-dermicadefinisce la capacità di apposite attrezzature TECARdi, portandoli negli spazi extra-cellulari e quindi anche intra-cellulari, con una limitata interazione col circolo ematico e quindi riduzione della dispersione.
La pelle è una barriera pressoché invalicabile. Tuttavia una onda di 10 Hz di frequenza può modificare i legami chimici che serrano tra loro le cellule, rendendo permeabile lo strato corneo durante la erogazione e quindi veicolare sottocute molecole dimedio peso molecolare (non oltre 1.200.000 dalton)(fig.1). Emettendo le onde della TECAR(480 MHz) a pacchetti opportunamente separati (fig.2), si crea una onda a minore frequenza (10 Hz) che è trasportata consensualmente, come avviene per gli spazi tra i vagoni.
È possibile quindi realizzare la frequenza di 10Hz, come già detto in grado di cambiare la permeabilità dello strato corneo. Si formano così dei canali idrofili aperti solo per il tempo di erogazione (ELETTRO-PORAZIONE), cioè temporanei.
La secrezione lipidica oltre lo strato cellulare corneo della pelle impedisce un'adeguata penetrazione sottocutanea delle sostanze farmacologiche. È importante quindi detergere in modo adeguato la cute e successivamente "aprire i canali" attraverso questa barriera cornea.
Una sostanza applicata sulla cute può migrare nel sottocutaneo attraverso:
> gli annessi ghiandolari (apparato pilo-sebaceo e ghiandole eccrine: mediamente raggiungono solo il 2% della superficie corporea);
> la pelle (percorso trans-dermico: inter-cellularee/o trans-cellulare.
Le attrezzature TECAR dotate della funzione di veicolazione (Winform), realizzano un innovativo sistema NON INVASIVO di somministrazione topica, conseguendo la massima concentrazione locale di molecole terapeutiche. Oltretutto in grado di evitarne l'assunzione orale, con i relativi problemi sia di ridotta concentrazione/efficacia sul bersaglio sia per gli effetti secondari.
L'involuzione fibrotizzante spesso evolve in forme patologiche che iniziano con un'alterazione metabolica della matrice interstiziale o extra-celluare (MEC) o tessuto connettivo, cioè la sostanza di base dove avvengono i principali scambi vitali.
L' invecchiamento dei tessuti è dovuto sia alla degenerazione ossidativa delle cellule sia all'addensamento progressivo del MEC. A causa della produzione di nuove fibre di collagene si riduce il volume degli spazi lacunari e quindi la circolazione dei liquidi con graduale deidratazione. Si innesca una involuzione verso la fibrosi con progressivo indurimento sin alla "ossificazione", inizio dei fenomeni degenerativi con progressione verso la cronicizzazione, talora irreversibile.
Una efficace terapia rigenerativa è strettamente legata al movimento delle cariche elettrolitiche disponibili nel corpo umano in grado di solubilizzare la MEC liberando grandi quantità di acqua, riattivando una corretta osmosi. Questo è il processo che, se attuato per tempo e mantenuto nel tempo, è in grado di far regredire la progressione dello stato di gel verso la fibrosi.
Questo effetto NON è dovuto all'aumento della temperatura.
TECAR e INFILTRAZIONE DI OZONO
Il movimento delle cariche elettrolitiche disponibili nel corpo umano indotto dalla TECAR libera grandi quantità di acqua, solubilizzando la Matrice ExtraCellulare (MEC), specie nelle zone infiammate, che si trovano in uno stato di gelificazione di varie gradazioni, sin alla fibrosi.
L'acqua liberata dalla TECAR e le conseguenti fluidificazione e regolarizzazione dell'osmosiaumentano quantità e fruibilità di molecole utili a realizzare la interazione chimica con l'OZONO, rendendola molto più esuberante e diffusa, quindi più efficacie.
La benefica attività dell'OZONO(O3) può estrinsecarsi in modo ottimale in stato di sol, che ne facilita la diffusione e la reattività con le molecole presenti nella MEC, come avviene nel sangue.
Il contatto con l'O3 genera in pochi microsecondi una grande varietà di composti, derivati essenzialmente dalla reazione (perossidazione) con i PUFA, detti Lipid Oxidation Products (LOP).
I LOP inducono numerose e varie reazioni chimiche, tra cui la produzione di monossido di azoto (NO*), potente vasodilatatore con incremento del flusso ematico e del microcircolo (il rossore della cute post-trattamento), di prostaglandine antinfiammatorie, di Platlet Activating Factor (PAF) cioè dei fattori di crescita e antinfiammatori delle piastrine, ecc.
LA CONDIZIONE DI SOL DELLA MEC CONSENTE UN PIÙ FAVOREVOLE CONTATTO PRIMA E DIFFUSIONE POI DELL' O3 E DEI COMPOSTI MOLECOLARI, AMPLIFICANDO LA EFFICACIA DEL TRATTAMENTO.
I processi degenerativi non includono solo la MEC ma anche le cellule, con conseguenze ancora più devastanti.
Il PROCESSO OSSIDATIVO (avviene nei mitocondri intracellulari con il ciclo di Krebs per produrre ATP, cioè la energia fruibile dall'organismo) genera dei residui, i Reactive Oxygen Species (ROS) che danneggiano le cellule e il loro nucleo, accelerando i processi degenerativi e favorendo l'invecchiamento.
Gli esseri viventi sono dotati di un efficiente ed efficace sistema di difesa antiossidante in grado di neutralizzare i ROSe di riparare seppur parzialmente il DNA, quindi di ridurre e rallentare il decadimento cellulare:
> La prima linea di difesa è extracellulare: grazie agli antiossidanti idro-liposolubili NON-enzimatici/scanverger (es. acido urico e alfa-lipoico, vitamine A, C, E, bioflavonoidi, licopene, glucosio, cisteina,proteine chelanti plasmatche, ecc.).
> La seconda linea di difesa è intracellulare: è rappresentata dagli antiossidanti enzimatici: superossido dismutasi (SOD), catalasi, sistema redox e glutatione perossidasi (specie la selenio-dipendente: da cui la opportunità di un apporto di 100-200 mcg/die di Selenio).
In condizioni fisiologiche ideali l'organismo riesce a mantenere un equilibrio tra induzione e neutralizzazione dei ROS eliminando le eccedenze degli ossidi, frenando quindi i processi degenerativi e l'invecchiamento. Tuttavianon infrequentemente si verificano temporanei squilibri con ACCELERAZIONE DEI DANNI OSSIDATIVI:
> ECCESSI di ROS (per malattia, stress psicofisico, ansietà ecc.)
> DEFICIT DEL SISTEMA ANTIOSSIDANTE (per carenze nutrizionali, squilibri metabolici, ecc.).
L'aumento dei ROS può essere eccessivo rispetto le difese antiossidanti con infiammazione acuta o cronica e incrementale. Infine se soverchiante le difese cellulari ne indurrebbe l'apoptosi.
Seppur ridondante il sistema antiossidante NON è in grado di prevalere costantementesu tutti gli eccessi ossidativie quindi non può evitaretutti i danni cellulari, specie nucleari. Il sistema antiossidante può solo rallentare la progressione dello invecchiamento. La capacità anti-ossidativa varia grandemente tra i singoli individui. Nelle carenze croniche (es. nelle forme di progeria e nella sindrome di Werner) l'invecchiamento infatti è rapido e assai precoce.
Gli eccessi di questo squilibrio giustificano anche la disomogeneità della progressione delle forme degenerative, caratterizzate da repentine accelerazioni e rallentamenti. Verosimilmentela cellula perde progressivamente la capacità di reagire allo sbilanciamento del sistema REDOX, e agisce come se questo non venisse recepito dalla membrana, rimanendo quindi ignara del disastro incombente, finendo in apoptosi (morte cellulare).
Se invece la cellula ha tempo di reagire, la stimolazione del nucleo attiva geni silenti o poco espressi con produzione di neo-proteine dette da shock, tra cui le Haet Shock Proteins (HSP)e le Oxidative Shock Proteins (OSP), in grado di aumentare la tolleranza delle cellule alla ossidazione e quindi di sopravvivere:
- Aumento della resistenza ai ROS
- Aumento della termo-tolleranza
- Limitazione della insorgenza di cloni auto-citotossici
- Aumento della risposta immunitaria (es.antigeni antitumorali)
Ed è paradossale che ilferoce ossidante OZONOpossa essere anche l'unico "farmaco" disponibile in grado di rimodellare o invertire uno stato di ossidazione cronica da sbilanciamento tra ROS prodotti e neutralizzati, tipico di:
- stress psico-fisico e prostrazione
- invecchiamento
- infezioni virali
- cancro
- ......
Inoltre, per risvegliare il sistema dall'inerzia, potrebbero essere utili iLOPche possono esser prodotti con uno stress ossidativo forte ma fugace del sistema circolatorio(OZONOTERAPIA SISTEMICA). Qualora la membrana cellulare fosse ancora in grado di percepirli e trasdurre i loro messaggi al nucleo, lo indurrebbero a riattivare la produzione di OSP, salvando la cellula dall'apoptosi.